Vallauris: Il borgo delle ceramiche che fece innamorare Picasso

Ogni viaggio ha il suo scopo, anche quello che sembra guidato dal più puro dei casi. I miei per esempio hanno sempre avuto due bussole: il cuore e la ricerca per quei luoghi che sanno parlare, che sia di natura, di storia o di arte.

Vallauris è la vera scoperta di quest’ultima fuga in Costa Azzurra, un borgo intriso di bellezza e tradizione, le stesse che incantarono illustri personaggi del passato, primo tra tutti Picasso, che lascia in questa cittadina un museo e la sua opera più imponente, una cappella laica ritenuta un vero e proprio capolavoro.

La storia d’amore del celebre pittore spagnolo con la Francia è risaputa: un legame che tocca in lungo e in largo quella che fu la sua seconda patria, che quest’anno, in occasione del 50° anno dalla sua morte, lo celebra con mostre, iniziative ed eventi tutti da vivere per riscoprire il genio e l’uomo che si nascondono dietro ad una delle correnti artistiche più innovative di sempre, quel Cubismo che tanto cambiò la percezione artistica del Novecento e non solo.

Il “paese dei vasai” incantò così tanto Picasso che esso stesso divenne parte integrante della sua magia, iniziata nel 1946 con l’incontro tra Suzanne Ramié dell’Atelier Madoura, dove apprese tecniche e segreti della lavorazione dell’argilla dando vita al suo laboratorio personale. Fu proprio qui che nacque Paloma, figlia del pittore, e qui che vissero fino al 1955, contribuendo con la propria arte a rendere indimenticabile questo luogo.

La sua permanenza fu infatti fortemente prolifica,  nel corso di vent’anni crea quasi quattromila opere, molte delle quali conservate nel Museo Nazionale Picasso, dove oltre a scoprire la particolarità della sua produzione ceramistica potrete ammirare la meravigliosa e imponente opera “La Guerra e la Pace” che ricopre l’antica cappella romanica sconsacrata del priorato dell’Abbazia di Lèrins (che ci riporta inevitabilmente ad un altro viaggio, ricordate?) una composizione monumentale di oltre di 100 m2 realizzata sui pannelli di isorel dipinti nel suo laboratorio del Fournas. Una meravigliosa rappresentazione delle forze che regolano il mondo, in perfetto stile Picasso, ricco di simbolismi e significati nascosti.

Vallauris è una città ricca di primati: è sempre qui per esempio che si ritrova la prima scultura pubblica di Picasso: l’Homme au monton, istallata in Place Paul Isnard nel 1949 e ancora perfettamente conservata. D’altronde è arte che si respira tra le sue casette colorate, in tutti quegli atelier di ceramica che ancora oggi attirano ogni anno migliaia di visitatori e che esportano in tutto il mondo la lunga tradizione degli antichi “potiers“, oggi in maggiorparte donne, che continuano a portare avanti con passione questa incredibile arte.

Vi consiglio vivamente di cimentarvi in un giro degli atelier della città: è incredibile quante storie è possibile incontrare percorrendo una semplice strada. Ogni vasaio ha infatti una sua tecnica prediletta, uno stile personale, una visione capace di stravolgere quella precedente e di regare l’emozione di trovarsi sempre di fronte a qualcosa di inedito.

Meraviglioso l’atelier di Kyriaki Moustaki, premiata ed apprezzata anche in Italia, o quello di Caroline Ceramiste, elegantissimo e ultra chic così come quello delle giovanissime Justine di Les Petite Porcelaines e Maureen di MSG Ceramique.

Eccentrico e affascinante quello di Olivia Cognet, che con le sue opere strizza l’occhio all’arte contemporanea d’alto livello. O ancora quello di Tino Aiello, di orgini siciliane, che mi ha stupita con la sua maestria al tornio, catapultandomi in un’atmosfera davvero emozionante. P.S. Per le cermiche tradizionali fate un salto da Lou Pignatier. E’ affascinante osservare come tutto faccia il suo corso, come anche la destinazione d’uso di un oggetto possa cambiare col tempo. Le ceramiche di Vallauris nacquero con lo scopo di essere “utili” subendo negli anni ’30 ad una evoluzione estetica che le portò man mano a trasformarsi in vere e proprie opere d’arte.

Sempre a proposito di Picasso un’altra tappa obbligata è la Sala Arias, situata nell’ex salone di parrucchiere di d’Eugenio Arias, parrucchiere e amico di Picasso, oggi sede di mostre sulla ceramica locale che regala uno spaccato davvero interessante della storia della città. Qui potrete ritrovare anche le linoleografie offerte dal maestro spagnolo e foto d’epoca.

Per gli amanti non solo dell’arte ma anche del cibo, vi consiglio una piccola tappa di gusto da Le Mesclun, in centro città, dove poter assaporare la bontà della cucina tipica del luogo. Da visitare assolutamente anche l’eco-museo Nérolium dove scoprire tantissimi prodotti tipici come la celebre marmellata di arance amare “bigaradier“, l’ acqua di fiori d’arancio e molti altri prodotti regionali.

Vallauris è davvero quel borgo che non ti aspetti. Quello che una volta conosciuto, ti resta nel cuore.

Articolo scritto in collaborazione con France.fr/it e Office de Tourisme De Vallauris Golfe-Juan

 

 

 

 

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Comments

    • Mirella
    • March 22, 2023

    Non avevo mai sentito parlare di questo posto eppure mi ha incantata. La prossima volta che passo da Nizza voglio assolutamente fare un salto qui.

    • Cristiana
    • March 29, 2023

    Vorrei tanto vedere la Cappella di Picasso, ne ho sentito parlare spesso!

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